La Pianta

La storia

La coltura dell’olivo in Versilia, e in particolare nella Piana Quercetana, ha avuto nel corso dei millenni un’importanza primaria nell’economia locale imprimendo anche al paesaggio caratteristiche precise. 

La pianura di Querceta è stata formata dal fiume Versilia che fu deviato nel suo corso in periodo rinascimentale. Subito dopo la metà del 1500 infatti, per volere della corte medicea, il corso del fiume venne deviato poco prima del centro abitato di Pietrasanta. Non andando più così a sfociare in località Fiumetto ma in località Cinquale dopo aver formato il lago di Porta.

Le tracce del conoide del fiume Versilia si possono riconoscere in località Poggione nel comune di Seravezza prima di Pescarella che è in parte nello stesso comune. Su questa specie di basso altopiano, formato dai detriti del fiume Versilia, probabilmente i liguri apuani che conoscevano il ferro e probabilmente ne estraevano il minerale dalle apuane, hanno cominciato a utilizzare i frutti dell’olivo autoctono. Se l’utilizzo dell’olio era solo in parte per alimentazione, (il sistema di raccolta e frangitura delle olive non era appropriato per ottenere un prodotto come quello di oggi), sicuramente si doveva usare molto l’olio come prodotto per illuminazione. La popolazione al piano non era affatto numerosa e anzi evitava la pianura per via delle paludi nelle quali si riproduceva la zanzara anofele causa della malaria.

La zona di produzione

Gli oliveti quercetani secolari rischiano oggi l’estinzione: l’urbanizzazione legata al turismo sta velocemente riducendo la superficie coltivata facendo scomparire le olivete ultracentenarie e costringendo le sopravvissute in piccoli fazzoletti di terra tra le case. Oggi sono solo una sessantina gli appezzamenti coltivati a quercetano, alcuni produttori in passato hanno infatti sostituito il quercetano con ulivi più produttivi. L’olio di quercetano in purezza è una rarità, prodotto da pochi olivicoltori.

Oggi  l'area di produzione dell'olivo è presente nei
Comuni di Camaiore, Pietrasanta, Seravezza, Forte dei Marmi per la provincia di Lucca e Montignoso e Massa per la provincia di Massa Carrara.

Sulla sinistra si osserva una foto nel dopo guerra della località di Querceta

Un altro aspetto  da sottolineare è la brevità della filiera di produzione e commercializzazione dell'olio quercetano. In termini assoluti la distanza tra l'appezzamento produttivo e il frantoio in molti casi non supera il km. Molti produttori trasformano in loco le loro olive e vendono in loco il loro olio senza quasi bisogno di trasporto Quelli che si affidano a particolari frantoi non trasportano le olive per più di 7-8 km. Questo perché con un lungo lavoro di informazione della  Comunità dell'Olivo Quercetano è riuscita a far passare il concetto della assoluta necessità di frangere il più presto possibile le olive dopo la raccolta e di anticipare prima possibile la stessa.

Distribuzione dell'olivo Quercetano

In particolare, l’analisi di circa 70 ettari di oliveto in varie localizzazioni, ha evidenziato una diffusione progressivamente crescente con l’avvicinarsi ad un punto immaginario individuabile nella zona pianeggiante del comune di Seravezza dove la percentuale di presenza della varietà sfiora in certi oliveti il 100%. Come si evince anche dal grafico allegato la distribuzione dell'olivo quercetano nell'aria di interesse della ricerca appare concentrata nei comuni di Seravezza, Pietrasanta e Montignoso, con propaggini nei comuni di Forte dei Marmi per la parte di pianura e Camaiore nella prima parte del comune suddetto prospiciente a quello di Pietrasanta. La distribuzione quasi gaussiana della percentuale di presenza della varietà negli oliveti interessati dalla ricerca mostra con poco spazio al dubbio come la varietà sia molto probabilmente originata e maggiormente diffusa nel comune di Seravezza ed in particolare nelle località di Querceta e Pozzi.